Il nostro viaggio letterario lungo le FASI della vita finalmente giunge a quel fenomeno tanto importante, nell’esistenza di ogni uomo e di ogni donna: il primo amore. In certi strani, forse fortunati casi, questo definitivo abbandono dell’infanzia si consuma tra due ragazzi che sono cresciuti insieme, che si conoscono da sempre, e che già prima, in un certo qual modo, si amavano appassionatamente. Così costoro vivono con un senso di solenne predestinazione ogni elemento, già di per sé possente, del primo amore: l’intensità dell’innamoramento, il prorompere del desiderio erotico, il possesso l’uno dell’altra, e la conseguente sequela dei tormenti interiori, delle bizzose esternazioni di gelosia, tenerezza, malinconia, momentanea quasi follia.
Una formidabile rappresentazione di questo tipo di situazione, di questa peculiare eppur archetipica relazione, si trova nel libro da cui è tratto il nostro brano: Il grano in erba, di Colette, scrittrice del ‘900 di grande raffinatezza (omaggiata dai Sorci Verdi qui). Infatti i suoi due protagonisti adolescenti, Philippe e Vinca, non solo sono tratteggiati fin nei particolari più precisi o sottili, come vive persone, ma risultano al contempo due emblematici Ragazzo e Ragazza dall’intrinseca, principesca, semidivina bellezza; la bellezza di quell’età in sé stessa, del primo amore in quanto tale. E Colette, vera maestra di sensualità e armonia, non manca di immergere il sedicenne e la quindicenne in una natura dalle mille essenze sensoriali, in un paesaggio marino ora rigogliosamente placido, ora violentemente cangiante, proprio come gli animi dei due innamorati, spontanei compagni di vita.
La Redazione