Siamo sempre più convinti che il linguaggio traduce una realtà preesistente e ci costringiamo a usarlo entro l’angusto perimetro di una mediocre telecronaca; i moderni narratori, poi, ne hanno fatto una bandiera e si sforzano di inventare questa realtà per offrirla in pasto al feroce lettore onnivoro. E, si sa, una ciliegia tira l’altra, e gli artifici narrativi si moltiplicano per creare manufatti terribilmente noiosi. Dovremmo inseguire le spire del linguaggio tentatore, invece ci costringono a inseguire desideri, psicologismi, complicazioni cervellotiche. Siamo fuori strada! Il linguaggio crea la realtà, attraverso i suoi ingranaggi assume una determinata forma che crea un contesto, dei personaggi, i dialoghi, e ci regala ciò che non abbiamo mai visto e sentito e che mai più vedremo e sentiremo. Il linguaggio immagina per noi rendendoci la realtà che a nostra volta racconteremo, senza averne contezza.
Michele Mocciola